L’articolo intitolato “Secretoma umano retinico: una connessione tra cellule mesenchimali e retiniche” e pubblicato nel 2023 su World Journal of Steam Cells da Luigi Donato, Concetta Scimone, Simona Alibrandi, Sergio Zaccaria Scalinci, Domenico Mordà, Carmela Rinaldi, Rosalia D’Angelo, Antonina Sidoti delle Università di Bologna e Messina, riporta un lavoro di revisione su 159 articoli di ricercatori di tutto il mondo e riguarda le cellule staminali mesenchimali (mesenchima: tessuto embrionale non epiteliale derivato in gran parte dal mesoderma, da cui si sviluppano, tra l’altro, le meningi, costituito da cellule stellate disposte tridimensionalmente, n.d.t.) che da molti anni sono considerate il più efficace materiale di partenza per la medicina rigenerativa, a causa del rilascio di vescicole extracellulari e componenti solubili bioattive paracrine (con funzione ormonale immediata delle cellule vicine, n.d.t.). Questi fattori, collettivamente chiamati secretoma, giocano ruoli cruciali nell’immunomodulazione e nel migliorare la sopravvivenza e la capacità di rigenerazione dei tessuti danneggiati. Recentemente, c’è stato un crescente interesse sul secretoma rilasciato dai citotipi retinici, specialmente dall’epitelio retinico pigmentato e dalle cellule gliali di Müller (cellule interstiziali retiniche con funzioni di sostegno, nutrizione e protezione capaci di moltiplicarsi, n.d.t.). Questi ultimi fattori trofici rappresentano la chiave per preservare l’integrità morfo-funzionale della retina, regolando il percorso biologico coinvolto nella sopravvivenza, nella funzione e nel rispondere ai danni. Per di più, questi fattori possono svolgere un ruolo fondamentale nell’insorgenza e nella progressione delle malattie retiniche dopo il danno della funzione secretoria cellulare. In questo articolo si dimostra l’importanza dialogo incrociato tra cellule staminali mesenchimali e cellule retiniche, ponendo l’attenzione sui fattori secreti normalmente per indotti durante terapie sperimentali per malattie retiniche.
Il legame incrociato tra il secretoma delle cellule staminali mesenchimali e quello delle cellule retiniche suggerisce che il primo può modulare le cellule retiniche riducendo lo stres ossidativo, l’autofagia e la morte delle cellule pigmentate. D’altra parte, il secretoma delle cellule retiniche può influenzare il secretoma delle cellule staminali mesenchimali inducendo cambiamenti nel fenotipo e nell’espressione genica di queste ultime.
(Dunque le cellule staminali mesenchimali potrebbero essere usate come “biofabbrica” del secretoma, una sostanza naturale complessa che potrebbe avere effetti positivi sulle patologie retiniche pertanto approfondimenti clinici sono auspicabili, n.d.t.). Liberamente tradotto da Alberto Zanelli (CNR-ISOF) da Human retinal secretome: A cross-link between mesenchymal and retinal cells – PubMed (nih.gov) per l’Associazione Retinite Pigmentosa e malattie rare in oftalmologia – RP Emilia-Romagna ODV che ha sostnuto le spese editoriali
L’articolo intitolato “Ruolo neuroprotettivo della fosfoserina nei pazienti con glaucoma primario ad angolo aperto” e pubblicato nel 2020 su European review for Medical and Pharmaceutical Sciences, illustra la valutazione dell’effetto neuroprotettivo della fosfoserina (piccola molecola che si forma anche nel nostro organismo per la combinazione –esterificazione- tra l’amminoacido serina e il fosfato, n.d.t.) in 51 pazienti (27 femmine e 24 maschi tra i 35 e i 61 anni di età) affetti da glaucoma primario ad angolo aperto. I pazienti hanno ricevuto per 12 mesi un trattamento a base di fosfoserina per via orale durante i quali sono stati sottoposti ad esami oftalmologici completi dopo 1, 3, 6 e 12 mesi.
Gli esami clinici obiettivi hanno mostrato un aumento statisticamente significativo del campo visivo e dello spessore dello strato di fibra nervosa retinica rispetto allo stato prima del trattamento.
Lo studio mostra un significativo miglioramento in numerose variabili nei pazienti affetti da glaucoma trattati con fosfoserina rispetto al gruppo di controllo e suggerisce un effetto neuroprotettivo della fosfoserina nel trattamento del glaucoma in associazione alla tradizionale terapia ipotonizzante.
Per approfondimenti: European Review for Medical and Pharmacological Sciences
Liberamente tradotto da Alberto Zanelli da Neuroprotective role of phosphoserine in primary open-angle glaucoma patients – PubMed (nih.gov) per l’Associazione Retinite Pigmentosa e malattie rare in oftalmologia – RP Emilia-Romagna ODV che ha sostenuto le spese editoriali.
Di S Z Scalinci, M Lugaresi, L Scorolli, M Ralli, A Greco, V Pantaleone, S Taurone, F Franzone
Buongiorno a tutti,
sulla nota rivista Ipovisione è possibile prendere visione degli articoli del Nostro presidente dell’associazione S.Z. Scalinci e della Prof.ssa Mostacciuolo.
Di seguito i link degli articoli:
L’occhio, come qualsiasi organo, può non funzionare correttamente o ammalarsi. Quando i rapporti tra le varie strutture oculari sono anormali (ad esempio perché l’occhio e più lungo o più corto del normale, o la cornea ha una curvatura eccessiva, il sistema di lenti presente all’interno dell’occhio,rappresentato dalla cornea e dal cristallino, non può mettere le immagini a fuoco sulla retina e la visione risulta sfuocata.