Il Prof. Sergio Zaccaria Scalinci, medico chirurgo specialista in Oftalmologia dell’ Università di Bologna svela cos’è e come si interviene in caso di ambliopia.
L’ambliopia rappresenta la causa più frequente di deficit visivo in età pediatrica, con incidenza variabile (2-5% della popolazione). Per ambliopia si intende una condizione in cui il bambino/a presenta una ridotta capacità visiva, più frequentemente monolaterale, non migliorabile con la correzione ottica, in quanto secondaria ad una anomalia nella stimolazione visiva durante il periodo plastico. Pertanto l’occhio ambliope, denominato comunemente dai non addetti ai lavori “occhio pigro”, non avendo ricevuto una corretta stimolazione visiva, presenta un anomalo sviluppo visivo con conseguenze funzionali che possono condizionare il profilo psico-comportamentale del bambino/a. Un normale sviluppo visivo permette che le immagini retiniche presentate ad entrambi gli occhi siano simili, nitide e non sfuocate, garantendo una corretta fusione delle stesse. Nell’ambliopia le immagini retiniche presentate ai due occhi sono differenti, pertanto non possono essere fuse, comportando cosi un’alterata visione binoculare singola. Il bambino risponde a questa difficoltosa fusione delle due immagini retiniche con la soppressione corticale, impara quindi a dimenticare l’immagine meno nitida”.
Sono stati identificati diversi fattori ambliopigeni, ovvero tutte quelle condizioni che non permettono di proiettare a livello retinico un’immagine nitida, favorendo così un anomalo sviluppo visivo di quell’occhio: anomalie nella stimolazione nervosa secondaria a neoformazioni palpebrali ed orbitarie, opacità dei mezzi diottrici (cornea e cristallino), alterazione a carico del corpo vitreo, strabismo, vizi di refrazione, alterazioni organiche a livello retinico. È bene ricordare che lo strabismo, ovvero il mancato allineamento degli assi visivi dei due occhi può essere causa di ambliopia, in quanto l’occhio deviato fornisce a livello retinico un’immagine più sfuocata rispetto all’altro occhio. Non dimentichiamo che lo strabismo può anche risultare secondario all’ambliopia. Questo avviene perché il bambino impara a sopprimere l’immagine meno nitida, proiettata sulla retina dell’occhio ambliope, pertanto l’occhio viene progressivamente deviato, se non stimolato.
Nel management dell’ambliopia la diagnosi precoce è necessaria al fine di impostare una corretta terapia durante l’età plastica, in modo da garantire un corretto sviluppo visivo. Sicuramente, durante il periodo plastico del bambino le risposte alla terapia anti-ambliopica sono maggiori. È opportuno pertanto sottoporre il bambino/a ad una visita oculistica completa presso specialisti in oftalmologia. Esistono differenti metodi e test per valutare la capacità visiva dei bambini, anche dei più piccoli, in relazione all’età e alla collaborazione. La terapia anti-ambliopica consiste nella stimolazione dell’occhio ambliope, in modo da garantire una corretta fusione delle immagini provenienti dai due occhi. Nel caso in cui l’ambliopia sia dovuta a cause organiche è necessario eliminare o trattare la “noxa” che non permette il corretto sviluppo visivo dell’occhio ambliope. Inoltre, è indispensabile ridurre l’input visivo all’occhio non ambliope, mediante occlusione dell’occhio con acuità visiva maggiore. Esistono differenti metodi per eseguire la terapia anti-ambliopica occlusiva. A tutt’oggi, l’occlusione si esegue generalmente applicando un patch a livello peripalpebrale per diverse ore durante la giornata in relazione al grado di ambliopia e all’età del bambino. Esistono due tipi di patching: full-time e part-time. Il patching presenta diversi limiti, primo tra tutti la compliance del piccolo paziente. Tuttavia, il patching rappresenta il gold standard nella terapia dell’ambliopia. In conclusione, è bene ricordare che nell’ambliopia il tasso di recidiva è molto elevato, anche tra i pazienti “guariti”, pertanto è assolutamente indispensabile un attento follow-up nel tempo con valutazioni oftalmologiche complete eseguite da specialisti del settore.