La Retinite Pigmentosa (RP) rappresenta un eterogeneo gruppo di malattie oculari di natura ereditaria che porta ad una progressiva degenerazione retinica. La prevalenza di tale patologia nella popolazione europea è di circa 1 su 4000 individui.
La Nutrigenetica studia come la variabilità genetica individuale influenza la risposta del nostro organismo agli alimenti introdotti con la dieta e come la nostra dieta possa essere modificata per “compensare” alcune situazioni meno favorevoli.
Il Prof. Sergio Zaccaria Scalinci, medico chirurgo specialista in Oftalmologia dell’ Università di Bologna svela cos’è e come si interviene in caso di ambliopia.
Patologia caratterizzata da occlusione di un vaso della retina parziale o totale.
La sintomatologia è caratterizzata da annebbiamento visivo più o meno grave, fino alla amaurosi. Si manifesta caratteristicamente al risveglio mattutino e l’arteriosclerosi è la causa principale.
Tra le cause favorenti particolare importanza gli aumenti della pressione oculare, la ridotta deformabilità dei globuli rossi, la usura del manto endoteliale che riveste l’interno dei vasi.
Un semplice esame oftalmoscopico permette di evidenziare la predisposizione a tale patologia e di attuare un programma farmacologico e dietologico idoneo.
Si tratta di una patologia caratterizzata da improvvisa riduzione visiva fino alla cecità.
Frequente dopo i 60 anni si presenta tanto più si avanza con l’età.
Causato da un vero e proprio infarto delle arterie ciliari posteriori con conseguente mancata irrorazione delle fibre ottiche che vanno così incontro a blocco funzionale e degenerazione. Le lesioni non sono reversibili.
I soggetti a rischio sono gli ipertesi, i diabetici, gli emicranici: valori elevati di colesterolo, di trigliceridi e glicogeno nel sangue sono fattori favorenti. La prevenzione può essere attuata con la somministrazione di antiaggreganti, come l’acido acetilsalicilico (aspirina) e con dieta programmata.
La retina, membrana sensibile dell’occhio, è formata da due foglietti; quello più esterno di cellule pigmentate che realizzano nell’occhio una vera e propria camera oscura come negli apparecchi fotografici, ed uno più interno costituito da cellule sensibili alla luce (fotorecettori).
Quando il foglietto nervoso si distacca da quello pigmentato la luce non viene più trasmessa.
E’ quanto si verifica nel cosiddetto distacco di retina.
Possono essere interessate tutte le fasce di età, seppure con indici di rischio nettamente inferiori per il bambino.
Il disturbo tipico viene riferito come sensazione di “tenda nera” che occupa progressivamente il campo visivo. A tal punto la terapia è chirurgica, la prognosi comunque è severa. Se colto in fase precoce è possibile una efficace prevenzione con il trattamento laser o con sonde criogeniche.
Segni premonitori:
Visione ingravescente di punti neri (mosche volanti) e soprattutto sensazione luminose come scintille e lampi (fotopsie) debbono indurre ad un pronto ed accurato esame specialistico, in grado di evidenziare eventuali lesioni della retina “regmatogene” che precedono già il distacco vero e proprio. La loro neutralizzazione Laser o Crio scongiurerà le conseguenze della malattia.
Costituisce nei paesi industrializzati una delle 4 cause principali di cecità.
La retinopatia è l’espressione a livello della retina del diabete. Il nome di MICROANGIOPATIA
(letteralmente alterazione dei piccoli vasi sanguigni) consiste in modificazioni della parete che porta ad un aumento della sua permeabilità con fuoriuscita di un eccesso di liquidi e sali nonché di materiale proteico determinando EDEMI ed ESSUDATI. Inoltre si creano dei cedimenti della parete vasale per aumento della pressione interna dando origine ai cosidetti MICROANEURISMI che se dovessero rompersi arrecano emorragie.
E’ questa la retinopatia iniziale NON_PROLIFERATIVA. Quando interessa la parte centrale della retina, detta MACULA, responsabile della visione distinta si può avvertire un annebbiamento della vista; ciò deve mettere in allarme perché indica una tendenza della retinopatia a peggiorare.
La visione annebbiata è spesso da riportare ad un edema maculare.
La forma più grave della retinopatia, PROLIFERATIVA, inizia come reazione al minor apporto di sangue derivante dall’edema e dal restringimento delle piccole arterie: si determina infatti la proliferazione di nuovi vasi sanguigni che però, a differenza di quelli normali, non restano confinati nella retina, ma si affacciano come ciuffi all’interno del globo oculare, normalmente occupato da una sostanza gelatinosa trasparente: L’UMOR VITREO. Questi vasellini neo-formati sono particolarmente fragili e una loro eventuale rottura provoca un versamento di sangue o emorragia nell’umor vitreo. La perdita di trasparenza che ne consegue getta un cono d’ombra sulla zona di retina retrostante: ciò si avverte come improvvisa comparsa di una macchia rossastra nel campo visivo che si trasformerà, quando il sangue coagulato si retrae, in una macchia nera.
Se non si interviene in fretta sono possibili due complicazioni: 1) un eccessivo aumento della pressione dell’occhio, che può danneggiare irreparabilmente le delicate strutture nervose della retina; 2) distacco della retina dovuto alla organizzazione del sangue nel vitreo per trazione.
Per la retinopatia iniziale è possibile intervenire con grande efficacia per arrestarla. Il primo elemento per bloccare l’evoluzione della retinopatia è il buon equilibrio della glicemia. Sono note persone diabetiche nelle quali una lieve retinopatia, iniziata dopo pochi anni di diabete, è poi rimasta invariata per più di 40 anni, sempre con gli stessi pochi microaneurismi e naturalmente senza alcun disturbo.
Diventa fondamentale come altro elemento correggere alla perfezione un’eventuale ipertensione arteriosa.
E necessario inoltre modificare qualche abitudine di vita: le attività che comportano un iperafflusso di sangue o forti scosse al capo, diventano controindicate; così bisognerà evitare di sollevare grossi pesi soprattutto a testa bassa, ed evitare sport come immersioni, culturismo agonistico, sollevamento peso, lotta e pugilato.
I progressi della medicina hanno reso possibile contenere la retinopatia, anche negli stadi più avanzati. Se l’oculista giudica che la retinopatia evolve rapidamente o è minacciosa per presenza di edema maculare, può intervenire con il LASER, (fascio sottilissimo di luce che in modo del tutto indolore, non serve anestesia, coagula le aree ipoossigenate della retina consentendo di eliminare una eventuale edema o ischemia per prevenire la retinopatia proliferativa.
L’osservazione accurata del fondo oculare permette all’oculista di sorvegliare lo stato della retinopatia ed intervenire tempestivamente.
Dopo dieci anni di durata del diabete, diventa tassativo un controllo annuale del fondo oculare, effettuato da uno specialista oftalmologo mediante dilatazione della pupilla è possibilmente eseguire una foto del fundus oculi a. Qualora lo specialista lo ritengano necessario sarà opportuno effettuare anche una FLUORANGIOGRAFIA RETINICA, che permette di valutare, fotografando il passaggio di una sostanza fluorescente nei vasi sanguigni della retina, non solo le minime alterazioni delle piccole arterie, ma anche l’eventuale aumento delle loro permeabilità, da notare che in alcuni casi la durata del DIABETE TIPO 2 non è nota e non è accertabile: si tratta di quei pazienti che prima della diagnosi non avevano fatto un’analisi della glicemia per molti anni. In questi casi già al momento della diagnosi possiamo trovarci di fronte a complicazioni tardive, dovute alla presenza di un diabete ignorato per 10 o più anni.
E’ facile trovare il diabete per mezzo di disturbi oculari. In questo caso sarà cura dell’oftalmologo inviare il paziente dal diabetologo per una terapia armonizzata.
Le congiuntiviti sono le infiammazioni della congiuntiva, la membrana mucosa trasparente che ricopre la sclera. Rappresentano i disturbi oculari più frequenti e possono essere di origine batterica (con abbondante secrezione di pus), virale (in rapporto al raffreddore), allergica (legate all’esposizione ai pollini) oppure dovute ad alterazioni lacrimali come nell’occhio secco o all’esposizione a fattori irritanti esterni. La cura varia a seconda delle cause scatenanti e in genere prevede il ricorso ad antibiotici e antinfiammatori. In ogni caso deve sempre essere un medico a prescrivere la terapia.
Con questo termine si definisce una alterazione del film lacrimale, cioè il fluido sempre presente sulla superficie della cornea. Il fluido lacrimale ha molte funzioni: difende dalle infezioni perché è costantemente rinnovato e rimuove dall’occhio germi e sostanze irritanti presenti nell’aria; contiene agenti chimici antinfettivi come il lisozima; protegge dall’essiccamento le cellule della superficie oculare: rende la superficie della cornea perfettamente “liscia” , migliorando le sue qualità ottiche e rendendo la vista più precisa.
Il fattore predisponente più importante è l’età: l’occhio secco è infatti più frequente oltre i 60 anni di età. Tuttavia molte altre cause possono entrare in gioco: dall’uso protratto di lenti a contatto, a disturbi ormonali, all’assunzione di farmaci quali beta-bloccanti, diuretici, miorilassanti e ansiolitici, o anche solo il fatto di bere poco. Nei casi più lievi il fastidio appare soltanto in particolari situazioni, come la permanenza in spazi chiusi con aria condizionata troppo asciutta e con luci artificiali, l’utilizzo prolungato di computer o video games oppure un’alimentazione non corretta. I sintomi sono bruciore o sensazione di corpo estraneo come “sabbia” negli occhi:
Anche alcune malattie generali possono influire sulla superficie oculare modificando la quantità e la qualità del fluido lacrimale: è il caso della blefarite, un’infiammazione delle palpebre che non permette ad alcune ghiandole in esse contenute (dette ghiandole di Meibomio) di produrre una sostanza utile per stabilizzare il film lacrimale.
Le lacrime artificiali tentano di sostituire le lacrime naturali cercando di ristabilire la composizione. L’effetto terapeutico è temporaneo, per cui si va da due applicazioni al giorno nei casi più lievi fino ad un’applicazione ogni due ore in quelli più gravi. Le lacrime artificiali non sono tutte uguali: i consigli dell’oculista sono preziosi per individuare il prodotto più indicato per ogni persona.
La cataratta e una progressiva è costante opacizzazione del cristallino, causata solitamente dall’avanzare dell’età. Tuttavia possono intervenire anche altre cause, come alterazioni congenite presenti già alla nascita, diabete, uso di farmaci come cortisone o i chemioterapici. Il calo della vista solitamente avviene in modo lento; altri sintomi sono il facile abbagliamento e la sensazione di sdoppiamento di immagini: Attualmente l’unica terapia è la sostituzione chirurgica del cristallino, ma è stato dimostrato che anche per la cataratta si può parlare di prevenzione.
Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) fino al 20% dei casi di cataratta è legato alla sovraesposizione alle radiazioni ultraviolette e quindi potrebbe essere evitato. Alcuni studi hanno dimostrato negli ultimi anni che l’assunzione di sostanze antiossidanti come le vitamine specifiche sarebbero in grado di proteggere dallo sviluppo della cataratta.